Terapia intensiva e trapianti

La terapia intensiva, chiamata anche critical care, consiste nello stretto monitoraggio e nel trattamento di pazienti con malattie critiche e potenzialmente letali, o con lesioni gravi tra cui shock, ustioni, incidenti, sepsi, problemi respiratori e interventi chirurgici complessi come il trapianto di fegato.

Epatite B

L’Epatite B di tipo cronico (CHB), causata dall’infezione da virus dell’Epatite B (HBV), rappresenta ancora oggi a livello globale un grave problema sanitario che colpisce circa 350 milioni di persone in tutto il mondo ed è responsabile di oltre 786.000 decessi l’anno causati dalle complicanze di questa patologia, tra cui cirrosi e cancro del fegato. L’Epatite B cronica è il maggior fattore di rischio per lo sviluppo di un carcinoma epatocellulare (HCC) ed è associata ad almeno il 50% dei casi diagnosticati recentemente. Inoltre, il carcinoma epatocellulare (HCC) è la terza causa di morte per cancro nel mondo con una sopravvivenza a soli 5 anni ed è la neoplasia con il più rapido tasso di crescita in termini di mortalità nel Nord America.

Il trapianto di fegato è il trattamento più efficace nei pazienti con insufficienza epatica associata all’epatite B cronica, con cirrosi o con carcinoma epatocellulare. Tuttavia, la reinfezione da HBV, che spesso segue il trapianto di fegato, rappresenta ancora oggi una delle maggiori sfide cliniche della medicina e questo nonostante la profilassi a base di elevate dosi di Immunoglobuline Anti-Epatite B (HBIG) e di farmaci antivirali abbia già determinato significativi passi in avanti, riducendo il rischio di recidiva da HBV e migliorando così il tasso di sopravvivenza dei pazienti trapiantati.

Prima dell’introduzione di questa profilassi, la reinfezione da HBV dopo un trapianto di fegato si verificava in oltre l’80% dei casi e il tasso di sopravvivenza dei pazienti era solo del 50%. Oggigiorno, grazie alla profilassi combinata di HBIg e analoghi nucleosidici/nucleotidici, i programmi di trapianto in Nord America e in Europa stimano di riuscire a prevenire le recidive da HBV in oltre il 90% dei casi.

L’Epatite B è contagiosa e può essere trasmessa dalla madre al figlio al momento della nascita. Tuttavia, le probabilità di trasmissione possono essere notevolmente ridotte grazie alla somministrazione al neonato di HBIG da sole o, come attualmente consigliato, in associazione al vaccino per l’Epatite B.

Fonti
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Albumina Umana

L’Albumina è la più abbondante proteina circolante nel corpo umano: costituisce circa il 50% di tutte le proteine plasmatiche.

L’Albumina è stata la prima proteina plasmatica prodotta da plasma umano per uso terapeutico. Le evidenze scientifiche degli ultimi anni hanno chiaramente dimostrato che l’Albumina è dotata di un ampio spettro di funzioni clinicamente rilevanti: accanto al noto potere oncotico, l’Albumina svolge molte altre attività che sono raggruppate sotto la definizione di proprietà non oncotiche. Tra queste, le principali sono: legame, trasporto e detossicazione; azione antiossidante; modulazione della risposta infiammatoria e immunologica; azione antitrombotica, permeabilità capillare e stabilizzazione endoteliale; regolazione dell’equilibrio acido-base.

L’attività oncotica, insieme alla lunga emivita circolatoria ed emivita totale, rendono l’Albumina un ottimo espansore plasmatico, che rappresenta attualmente il principale motivo del suo utilizzo nella pratica clinica, specialmente in condizioni critiche. Le attività non oncotiche svolgono, invece, un importante ruolo terapeutico in molte condizioni cliniche caratterizzate da una riduzione del volume plasmatico associato a uno stato pro-infiammatorio, come nel caso di cirrosi epatica, sepsi/shock settico e ustioni.

Tutte queste proprietà fanno dell’Albumina un medicinale di notevole rilevanza in una vasta serie di condizioni cliniche in cui altri fluidi sono controindicati o non hanno alcun effetto terapeutico rilevante.

Fonti
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Antitrombina

L’Antitrombina è una proteina plasmatica che inattiva la Trombina, un enzima del plasma che svolge un ruolo centrale nel processo di coagulazione. L’Antitrombina agisce quindi come un potente anticoagulante ed è principalmente utilizzata nel trattamento della carenza acquisita di Antitrombina a seguito di Coagulazione Intravascolare Disseminata (CID) associata a sepsi, traumi multipli, ustioni, complicazioni della gravidanza, interventi chirurgici, etc.

L’Antitrombina è usata anche in pazienti con deficit congeniti di Antitrombina come profilassi per la trombosi venosa profonda e la tromboembolia venosa in situazioni di rischio clinico (in particolar modo durante un intervento chirurgico o in prossimità del parto); è inoltre impiegata per la prevenzione della progressione della trombosi venosa profonda e della tromboembolia. Ove indicato, l’Antitrombina è utilizzata in associazione all’Eparina.

Complesso Protrombinico (PCC)

IL PCC è un complesso di fattori della coagulazione del plasma umano utilizzato per il trattamento e la profilassi perioperatoria delle emorragie nei casi di carenza acquisita di Prototrombina, quando è richiesta una rapida correzione della carenza stessa.

Il PCC è anche utilizzato per il trattamento e la profilassi perioperatoria degli episodi emorragici nei casi di carenza congenita di uno o più fattori della coagulazione dipendenti dalla vitamina K, quando non sia disponibile un prodotto purificato a base dello specifico fattore della coagulazione.

Fonti
Rita Garcia-Martinez. Albumin: Pathophysiologic Basis of Its Role in the Treatment of Cirrhosis and Its Complications. Hepatology, Month 2013
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Sibylle A. Management of severe perioperative bleeding. Eur J Anaesthesiol 2013; 30:270–382

Rabbia

La Rabbia è una malattia zoonotica ad alto tasso di mortalità. Tuttavia i decessi umani causati da questa malattia sono rari grazie a una profilassi estremamente efficace, che prevede la somministrazione combinata del trattamento vaccinale e delle Immunoglobuline Umane Antirabbiche (HRIG) e che sfiora percentuali di successo vicine al 100%. Attualmente i decessi provocati dalla Rabbia si verificano soltanto nel caso in cui i pazienti non si rivolgano ad un medico o ad una struttura sanitaria; sebbene questa eventualità sia poco frequente, nell’ultimo anno sono stati registrati casi di decessi prevenibili.

Data la rarità di questa malattia e, pertanto, la bassa incidenza di casi segnalati presso gli ambulatori medici, gli ospedali e le farmacie, è fondamentale da parte degli operatori sanitari una corretta conoscenza della patologia – per riconoscerne immediatamente i sintomi – e delle misure da adottare per richiedere e somministrare la profilassi a base di Immunoglobuline Umane Antirabbiche combinata al vaccino.

Fonte:

The burden of rabies. Last reviewed September 25, 2017. Accessed March 4, 2019. https://www.cdc.gov/features/dsrabies/index.html.