Dalla Toscana un test unico al mondo nel campo delle PID

Si è svolto il 6 giugno scorso, presso l’Ospedale Pediatrico Anna Meyer di Firenze, “Insieme per la cura dei bambini con immunodeficienze primitive (IDP)”, un evento organizzato dall'Ospedale pediatrico Meyer con il contributo incondizionato di Kedrion.  Hanno partecipato gli esperti del Meyer, i rappresentanti delle istituzioni, le associazioni e le federazioni dei donatori italiani e i genitori dei bambini  affetti da deficit immunitari. L’obiettivo primario era promuovere lo screening neonatale di queste patologie, che la Toscana ha implementato pio­nieristicamente presso il Centro Jeffrey Modell che – unico centro pediatrico in Italia – si trova proprio all’interno del Meyer.

“Il test precoce è importantissimo – ha dichiarato Chiara Azzari, Direttrice Immunologia Pediatrica dell’AOU fiorentina – perché consente di fare diagnosi prima che l’immunodeficienza primitiva faccia danni, ossia si manifesti con patologie correlate che assumono una particolare gravità proprio per il deficit immunitario di cui il bambino soffre. L’ospedale pediatrico Meyer, grazie alla collaborazione fra i team multidisciplinari di ricercatori, ha messo a punto e applica test unici al mondo per la diagnosi precoce delle immunodeficienze primitive (IDP), cui da tre anni vengono sottoposti tutti i bambini nati in Toscana (30 mila ogni anno). E la diagnosi precoce permette da subito la somministrazione di terapie che garantiscono una qualità di vita più che buona.”

“Accanto alla terapia antibiotica, i bambini con difetti immunologici vengono trattati con immunoglobuline, una cura salvavita derivata dal plasma umano” – ha spiegato Massimo Resti, Direttore dell’UOC di Pediatria del Meyer. “Senza l’immenso dono di coloro che danno volon­tariamente il loro sangue, per questi bambini non ci sarebbe possibilità di vita.”

“Crediamo che insieme al beneficio terapeutico delle immunoglobuli­ne, sia esse somministrate per via endovenosa o sottocute, vada con­siderato l’immenso valore sociale per i pazienti affetti da immunodefi­cienze e per le loro famiglie” ha concluso il Global Marketing Director di Kedrion, Ferdinando Borgese. “Oggi si può e si deve poter contare su una diagnosi sempre più precoce e sul pieno accesso alle cure”.



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