“Il trapianto si racconta”: la medicina narrativa nel percorso di cura

La medicina narrativa ha la capacità di trasformare la relazione terapeutica tra medico e paziente da un monologo a un dialogo che inizia con l’ascolto di chi vive in prima persona il percorso di cura, creando un rapporto fatto di empatia e umanità che va al di là della gestione e della comunicazione puramente fisiologica della malattia. Kedrion mette al primo posto di ogni sua attività i pazienti e per questo ritiene di grande rilevanza discutere della medicina narrativa come uno degli strumenti destinati a determinare maggiormente l’evoluzione del rapporto medico-paziente nel prossimo futuro.

E il ruolo della medica narrativa è stato al centro dell’incontro “Il trapianto si racconta” organizzato da Epateam – progetto di networking sanitario interamente dedicato al trapianto di fegato – con il contributo non condizionante di Kedrion Biopharma, in occasione del primo anniversario della piattaforma digitale Epateam.org lanciata nel febbraio del 2018.

Nel corso dell’evento sono state presentate le testimonianze video di tre pazienti trapiantati, che hanno raccontato la loro storia, a partire dalla scoperta della malattia fino alla nuova esistenza post-trapianto.

L’incontro si è svolto con l’obiettivo di affrontare il tema del trapianto di fegato da un’altra prospettiva, fatta di ascolto e segnata dal dialogo tra medico e paziente. Tra i relatori, alcuni tra i massimi esperti nel campo dell’epatologia e della medicina narrativa come Serena Barello, Università Cattolica del S. Cuore di Milano, Umberto Cillo, Università degli studi di Padova e Presidente Società Italiana Trapianti di Organo, Stefania Polvani, Azienda USL Toscana Sud Est e Presidente Società Italiana Medicina Narrativa e Maria Rendina, U.O. Gastroenterologia del Policlinico di Bari. Lucio Caccamo – Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e coordinatore della Faculty di Epateam – ha introdotto la discussione, soffermandosi sulla necessità di porre al centro della relazione terapeutica il paziente attraverso una migliore e maggiore comunicazione.

Il dibattito ha riflettuto dunque sul ruolo della medicina narrativa come valido strumento di ascolto, comprensione e anche integrazione tra il punto di vista del paziente e quello del medico. I relatori hanno infatti concordato nel considerare il racconto del paziente e di chi vive insieme a lui il percorso del trapianto di fegato come un elemento di grande rilevanza per l’efficacia del percorso terapeutico.

Durante la serata è stato condiviso il contributo di Rita Charon (Columbia University New York): medico internista che alla fine degli anni Novanta ha dato origine al campo della medicina narrativa.

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