Si chiama “Cooperazione per il miglioramento della qualità del plasma in Cile”. Basata sull’accordo stipulato nel novembre 2005 tra il Ministero della Salute cileno e la SIMTI (Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia), ha registrato il confronto operativo tra la delegazione cilena appositamente “volata” in Italia e CNR, SIMTI, CRCC (centro regionale di coordinamento e compensazione) della Regione Toscana, il centro trasfusionale dell’ospedale Careggi di Firenze, gli impianti industriali toscani di Kedrion Biopharmaceuticals SpA. Obiettivo: introduzione di processi di miglioramento continuo nel Sistema Plasma cileno, dalla raccolta al frazionamento, dalla resa e distribuzione allo studio dei livelli attuali di qualità e rendimento dei farmaci prodotti in Cile.
“La missione in Italia può considerarsi un successo”, dichiarano i delegati del Ministero della Sanità cileno, dott. Homero Vasquez, capo del Dipartimento di Qualità della Salute, ed il dott. Alfredo Bravo Civit, responsabile dell'Ufficio di Cooperazione ed Affari Internazionali (OCAI). “L’appoggio della SIMTI per migliorare la qualità del plasma in Cile si è consolidato e comporterà la realizzazione di attività di supporto tecnico, estremamente necessarie poiché una parte molto importante del plasma cileno è oggi eliminata, per svariate ragioni, e soltanto una piccola parte è avviata ad un frazionamento industriale rudimentale per ottenere prodotti emoderivati, essenzialmente albumina”.
Da qui l’accordo per un intervento complessivo che verrà avviato a “tappe forzate” in questo secondo semestre del 2006. E che ha un appuntamento di particolare rilievo: l’inaugurazione, in occasione delle celebrazioni della Giornata Mondiale del Donatore, il 14 giugno, del nuovo centro di raccolta della IV e V Regione Cilene.
Tutto ciò con un modello di riferimento: il “conto lavorazione” adottato in Italia. Attivato nel 1984, istituzionalizzato nel 1990, il “conto lavorazione” è basato sulla collaborazione strategica tra Sistema Sanitario, Industria, Associazioni dei donatori e nel nostro Paese ha comportato in vent’anni un aumento della disponibilità di farmaci plasmaderivati da plasma nazionale pari a undici volte, dal frazionamento di 50 mila litri registrato nel 1986 fino ai 550 mila del 2005.